giovedì 20 novembre 2014

Cosa mangiare? - Parte 2



Cosa mangiare? - Parte 2
Ossia: Come riconoscere gli alimenti sani e di buona qualità leggendo le etichette

In commercio esistono un’infinità di prodotti alimentari e tra questi si nasconde sotto mentite spoglie molta spazzatura! Capire cosa è di qualità e cosa no è difficile anche per gli esperti perché quest’infinità di prodotti contiene a sua volta un’infinità di ingredienti, sia di origine naturale che artificiale e conoscerli tutti è praticamente impossibile. Inoltre spesso i governi decidono di abolire l’utilizzo di un certo ingrediente perché recenti studi lo danno per dannoso e quindi quello che oggi è considerato innocuo potrebbe non esserlo più domani! 





Stando così le cose ho sentito molte persone che, sfiduciate, non stanno più attente a cosa mangiano pensando che un alimento vale l’altro; fare così è controproducente, non si deve disperare! Con alcune accortezze è possibile fare in modo che nella nostra dispensa ci siano cibi PIÚ sani e di qualità! Per giudicare se vale la pena utilizzare un certo alimento è necessario: riflettere sul tipo di alimento e controllarne le etichette.

Come è stato detto e ridetto, dare almeno un’occhiata alle etichette presenti sulle confezioni dei cibi che compriamo, è di fondamentale importanza.
Il fatto che sulla confezione ci sono MOLTE ETICHETTE è già un indizio positivo sulla qualità del prodotto. L’etichettatura è infatti una materia minuziosamente regolamentata dalla legge; le aziende sanno bene di essere OBBLIGATE a riportare informazioni VERE in etichetta e che scrivere fandonie sui propri prodotti può costargli caro, sia in termini di perdite economiche che di pubblicità.

Quali etichette guardare?

Importanti da controllare, sono le etichette che indicano l’origine del prodotto. Infatti è ormai chiaro che c’è un nesso indissolubile tra la qualità dell’alimento e la sua origine [nesso stabilito a livello europeo dal regolamento CE n. 509, 510/06].
L’indicazione dell’origine è obbligatoria solo per alcuni prodotti quali: certe carni, pesce, frutta, verdura, miele e olio extravergine d’oliva. Di conseguenza se un prodotto per il quale non c’è l’obbligo di dichiarare l’origine (per es. un cereale o un legume) ha sulla propria confezione un’etichetta che la segnala,  esso è probabilmente di buona qualità. Allo stesso modo, prodotti con marchi di origine regolamentati a livello europeo quali IGP,DOP e STG dovrebbero essere una maggiore garanzia della qualità del prodotto perché per poterli apporre, sono obbligatori più controlli. In generale, se l’origine è dichiarata esplicitamente sulla confezione, sicuramente il produttore ne vuole far vanto e non ha niente da nascondere, il che è una maggiore sicurezza sulla qualità del prodotto.

Anche un numero verde di assistenza clienti, un’ etichetta che descrive il metodo di produzione e altre certificazioni di qualità, sono buoni indizi per distinguere alimenti qualitativamente superiori ad altri della stessa categoria.
Altre etichette che sarebbe bene imparare a capire, sono quelle in cui sono elencati gli ingredienti e le informazioni nutrizionali, che vado di seguito a trattare.

Gli ingredienti

Sugli ingredienti, prima di tutto, è fondamentale sapere che compaiono in ordine decrescente di quantità. Di conseguenza, è molto consigliabile dare uno sguardo almeno ai primi ingredienti, cioè quelli più abbondanti nel prodotto. Purtroppo tra questi, ci sono spesso zuccheri e grassi/oli. Ecco un paio di cose che tutti dovrebbero sapere su questi ingredienti:

Zuccheri (semplici): quando un alimento ha tra i suoi ingredienti principali degli zuccheri è molto probabile che si tratti di un cibo spazzatura. Gli zuccheri semplici raffinati sono molto utilizzati nell’industria alimentare per dare sapore (io personalmente credo che quando sono in prima linea hanno la funzione di nascondere o esaltare qualcosa di scarsa qualità). Si ritrovano da per tutto, anche nelle scatolette di mais e di piselli!  Gli zuccheri hanno molte caratteristiche negative tra cui: il fatto che fanno aumentare velocemente la glicemia (livello di zucchero nel sangue) e che favoriscono la formazione della carie. In una dieta sana dovrebbero costituire meno del 10-15% dell’apporto calorico giornaliero, per questo è utile guardare le etichette e sgominare quelli che si nascondono nella nostra alimentazione quotidiana. Ecco di seguito gli zuccheri più utilizzati che potete rintracciare nelle etichette: saccarosio (comune zucchero da cucina), zucchero di canna, zucchero invertito, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio concentrato, fruttosio (zucchero della frutta), glucosio, lattosio (zucchero del latte), destrosio.

Grassi/oli: questi ingredienti hanno la capacità di rendere il cibo palatabile e gustoso. Per darvi un’idea, uno dei più famosi alimenti che ha tra i primi ingredienti un olio è la nutella. Grassi e oli, sono costituiti da lipidi, nutrienti fondamentali per il nostro organismo; le nostre linee guida ne consigliano un’assunzione pari al 30% dell’apporto calorico giornaliero. Non tutti i lipidi sono però uguali; per questo si sente dire spesso che bisogna evitare i grassi saturi, prevalentemente contenuti nei grassi animali, che si accompagnano al colesterolo e fanno aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. Tuttavia non è che i grassi vegetali siano una panacea; la questione è assai complessa perciò prometto di dedicarci un post a parte al più presto. Per il momento ecco il minimo indispensabile da sapere su grassi/oli in etichetta:

olio extravergine d’oliva: raro trovarlo in etichetta, comunque ottimo
burro: anch’esso raro da trovare in etichetta, contiene grassi saturi e colesterolo ma non subisce processi di raffinazione
olio di cocco: contiene grassi saturi ma anche una buona percentuali di acidi grassi MCT (fatto positivo)
olio di palma, girasole, arachide e oliva: sono oli raffinati, che hanno perso molte delle qualità che avevano e possono contenere tracce di solventi chimici (inoltre, per gli ecofriendly: l’olio di palma è uno dei maggiori contribuenti all’inquinamento)
grassi/oli vegetali: dicitura vaga, che presto sarà abolita, che cela miscele di oli di bassa qualità
grassi vegetali idrogenati: notoriamente implicati nell’insorgenza di malattie cardiovascolari


Le informazioni nutrizionali

Le informazioni nutrizionali, sono quelle tabelline che indicano calorie, proteine, carboidrati…di cui zuccheri, grassi…di cui saturi, fibre e sodio (alcune volte si trovano anche altre informazioni in più a queste).




Dare un’occhiata alle informazioni nutrizionali permette al consumatore medio di non trovarsi nella dispensa cibi malsani. Interpretarle nel modo corretto non è proprio semplice, però fortunatamente molti produttori aggiungono spesso valori percentuali! Tanto per farvi un esempio, i primi mesi che frequentavo dietistica, avevo preso l’abitudine di farmi, a sera, una bella vellutata surgelata. Sulla confezione c’era scritto che il contenuto equivaleva a 2 porzioni, ma visto che dopo quella non mangiavo nient’altro, me la facevo tutta. Con l’inizio dei corsi, inizio a considerare l’importanza del sale negli alimenti (cosa che fino ad allora non mi aveva mai sfiorata) e inizio a guardare le etichette. Un giorno mi capita sotto gli occhi l’etichetta della mia amata crema di verdure e scopro, con mia grande delusione, che una porzione conteneva circa il 50% di sale consigliato in una giornata e quindi io in un pasto facevo fuori tutto il sale di una giornata! (Per la serie dietiste non si nasce, ma si diventa!)
Spero di aver soddisfatto l’intento di questo post, che era di fornire indicazioni base per poter capire, grazie alle etichette, se un cibo è sano e di qualità. L’argomento è molto vasto, per cui molte cose non le ho dette/approfondite, ma spero di farlo presto con altri post!

Grazie dell’attenzione,

spero ne abbiate ricavato qualcosa di utile!

Pace

Tess


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